Passaggi del marmo- Palandrani Soldano

Da oltre passaggiduemila anni il marmo segna il passaggio apuo-versiliese e il destino stesso dei suoi abitanti. Le fiancate e le vette delle Apuane portano i segni di un lavoro intenso, faticoso, febbrile, che non era eccessivo, un tempo,  definire eroico. Erano il teatro naturale nel quale si svolgeva la quotidiana lotta tra uomini induriti dal lavoro e montagne aspre che custodivano gelosamente il tesoro che portavano in grembo.

I pittori, prima e meglio di altri, hanno colto nel bianco paesaggio del marmo e delle caveil motivo di una autentica ispirazione artistica che ha saputo trasfondere sulla tela gli elementi costitutivi di un mondo fatto di luci abbaglianti, di silenzi profondi e rombi dirompenti. un mondo nel quale si udivano le grida lontane dei cavatori, i rumori dei martelli e dei cavi che segavano il monte, le chiamate dei lizzatori che scandivano ritmicamente il tempo per calare a valle i grandi blocchi di marmo. Questa poesia del marmo, fatto di umana fatica, di candidi blocchi e scaglie taglienti, ha affascinato gli artisti.

Quelli locali, che ben conoscevano il significato di una grande tradizione che ha reso magnifiche le città di tutta Europa, e quelli che da ogni luogo venivano nel territorio apuo-versiliese per conoscere direttamente, da vicino, un mondo di cui avevano sentito dire cose terribili e meravigliose. Di queste storie, gli artisti hanno reso testimonianza in un'epoca in cui la fotografia non aveva mosso i passi o stava cominciando a diffondersi.

E lo hanno fatto filtrando la realtà attraverso la sensibiltà che derivava loro da una personale attitudine e formazione. Il loro lavoro non è dunque un semplice e oggettivo atto di documentazione. E' anche interpretazione soggettiva e personale di luoghi, fatti e situazioni, che solo l'occhio e la mano dell'artista avrebbero saputo rendere in modo così ricco di elementi poetici e drammatici al tempo stesso.