Donne costruttrici

Donne costruttrici. Note per una ricerca sulla tradizione latomistica femminile.

NON DONNE”. Questa affermazione di esclusione, così perentoria e trancant nella sua scarna formulazione, compare nel titolo III degli “Antichi Doveri” che precedono le costituzioni dei Liberi Muratori pubblicate dal reverendo James Anderon nel 1773.

Questo di Paola Bombardi è una ricerca sulla tradizione latomistica femminile attraverso elementi iconografici, notizie bibiografiche e documentarie che attestano una continuità della presenza femminile legata all'Arte della Pietra (in senso lato).

Ciò che trova conferme sia in senso operativo che speculativo, dal XII fino agli inizi del secolo XX".

I Quattro Coronati

 La storia dei Quattro Coronati - protettori di Cavapietre, Scalpellini, Scultori, Muratori, Architetti e Liberi Muratori - inizia nel 304 (ma forse anche prima) e dura ancora oggi, ricca di interrogativi solo in parte risolti.

Il volume è nato a seguito di una catalogazione ragionata di circa di oltre 250 testimonianze documentarie e iconografiche (reperite in tutta Europa) che riguardano questi particolarissimi “santi” che sono rappresentati nelle incisioni dei messali e dei martirologi, nelle sculture sugli altari e nei capitelli, nei dipinti e negli stendardi delle confraternite, e ancora, forse, nei labirinti. 

Vengono affrontati i temi della loro agiografia - nata da due racconti separati e completamente differenti – e del culto loro tributato a partire dalla grande Basilica loro dedicata sul colle Celio a Roma, basilica presso cui aveva sede anche l’antica Universitas dei marmorari romani e in seguito l’Accademia di San Luca.  Si parla del loro rapporto con le antiche corporazioni del mestiere dei costruttori, che aprivano i loro statuti con invocazioni a Cristo, la Madonna e ai Quattro Coronati loro patroni e del legame con la Massoneria moderna che ha ereditato nella sua simbologia gli elementi dell’arte muratoria ed anche la tradizione di mettersi sotto il protettorato dei santi Quattro Coronati. 

Si propongono infine inedite considerazioni di carattere iconologico sulla base del raffronto tra alcuni particolari modelli di rappresentazione, e di carattere storico-antropologico sulla base della distribuzione delle testimonianze del culto attraverso tutta l’Europa occidentale.

Il cimitero monumentale di Massa

cimitero massaIl cimitero monumentale urbano di Massa lega le sue vicende costruttiva a quelle della storia cittadina.

Dai primi dell'Ottocento, quando vide la sua nascita sotto il governo lucchese dei Principi Baciocchi (che in tal modo dettero applicazione, nel loro Stato, al napoleonico editto di Saint Cloud), alla Restaurazione (col ritorno di Maria Beatrice sul trono di Massa).

Dal ducato estense al regno d'Italia - ed ancora oggi - il cimitero di Massa ha raccolto le spoglie di cittadini illustri e di persone senza fama, di aristocratici e persone comuni uniti, nella morte, da quella livella che tutti rende uguali.

Luogo di memorie e di oblio, dunque. Ma anche luogo di conservazione di opere d'arte: di architetture e di sculture che con questo libro vengono per la prima volta studiate e, riemerse da una iniqua dimenticanza, vengono oggi finalmente proposte alla conoscenza di tutti.

Il Camposanto monumentale di Massa - il nucleo ottocentesco”, è stato pubblicato nel 2008 per il Comune di Massa.

 Il suo saggio su “Giovan Battista Giorgini e l’iconografia della prima seduta del Parlamento Italiano”, è stato recentemente pubblicato (aprile 2013) in Atti dell’Accademia de’ Rinovati in Massa.