Alberico e Massa - La città e il giardino

Claudio Palandranialberico e massa con questo lavoro, aggiunge un'ulteriore tessera al mosaico della storia di Massa e dei Cybo-Malaspina; una lettura in chiave ermetica dell'urbanistica e delle imprese di un principe del "tardo Rinascimento".

Se la figura di Alberico I Cybo Malaspina è stata, asuo tempo, analizzata sotto diversi profili, da quello politico istituzionale, socio-economico, storico-artistico e architettonico, diplomatico a quello numimastico, ancora non è stato affrontato, in modo sistematico e approfondito, lo studio di questo Principe, dalla forte personalità, sotto l'aspetto del linguaggio simbolico che, come afferma l'autore, nel caso di Alberico e della sua creatura, Massa Cybea, suggerisce una esegesi orientata in senso ermetico.

Il Marchese di Massa, poi Principe, da uomo rinascimentale, colto e raffinato qual era, non poteva rimanere insensibile al simbolismo ermetico che si era ampiamente diffuso fra il XVI ed il XVII secolo nell'ambito delle corti e delle classi colte. L'indagine condotta dall'autore, minuziosa e puntuale, con dovizia di riferimenti filosofici, mitologici, alchemici, simbolico ed esoterici, denota una profonda conoscenza di questo aspetto, che apre orizzonti, almeno per molti, sconosciuti.

 Affascinante appare l'interpretazione dell'autore, relativa alla fondazione della città di Massa con particolare riferimento alla datazione, in sintonia con le teorie correnti sulla città ideale, fulcro di un dibattito che si sarebbe protratto per oltre due secoli. La fondazione della città assumeva un ruolo fondamentale per il sovrano che vedeva nella sua realizzazione il concentrarsi del suo "volere" e quindi "potere".

Così pure la chiave interpretativa delle imprese albericiane è anch'essa il frutto di una lunga e paziente ricerca che ha permesso all'autore di esprimere concetti di più ampio respiro rispetto a quanto era già stato scritto in merito. Fortemente simbolica, sempre nell'accezione dell'ideale ermetico, quale spinta propulsiva "dell'azione urbanistico-ideologica", voluta da Alberico, conditor urbis, è la fontana del Mercurio, posta nell'omonima piazza.

Mercurio, o Ernes, se vogliamo rispettare la valenza esoterica del sapere, è posto al centro della città ideale, è onfalico, con la duplice funzione di rappresentare il cuore "economico e topografico" della città stessa e, ad un tempo, racchiudere il simbolo, in senso ermetico, di tale centralità. Dalla lettura interpretativa che ne dà Palandrani, la figura di Alberico I ci appere sotto una luce nuova, che viene così a completare la personalità di questo piccolo-grande sovrano.