Il Portale del Biduino

 L’affermazione “Quel portale è Nostro" ricorre spesso nelle parole dei nostri concittadini.

Potremmo anche dire “La Gioconda è nostra" oppure “le migliaia di frammenti etruschi, romani o medioevali di provenienza italiana sparsi per il mondo Sono Nostri'. Ma qui bisogna capire cosa si intende per “Nostri”. Se si intende che sono espressione nella nostra cultura e della nostra civiltà, allora certamente sono “Nostri”.

Se si intende invece uno “stato di possesso", ovvero la proprietà di un bene, allora si tratta di capire se questo possesso sia legittimo o no. E qui bisogna vedere quali siano, e se ve ne siano, gli atti che legittimano o meno questa pretesa di proprietà.

Sorvoliamo la storia del distacco del portale, la sua vendita e i passaggi tra Ottocento e Novecento. Per quanto riguarda la questione del Metropolitan rispondo con una testimonianza, che ritengo assolutamente attendibile perché la persona che me l’ha personalmente riferita non senza profondo dispiacimento, è degna della mia massima stima. Purtroppo è morta nel 1997 ma le sue parole sono scolpite dentro di me. 

Parlo del Comandante partigiano Sergio, cioè Gino Briglia, che è stato, nel dopoguerra e per molti anni, il Comandante apprezzatissimo dei Vigili Urbani di Massa. Sergio, negli anni Trenta, aveva frequentato l’Istituto d’Arte Felice Palma di Massa e perciò aveva anche delle competenze artistiche non comuni per il tempo. In gioventù era stato anche valente scultore. Questo è il suo racconto: 

Nel 1950 (potrei sbagliare l’anno ma credo di ricordare che Briglia fosse stato preciso) il portale del Maestro Biduino era comparso sul mercato antiquario dell’arte. I proprietari lo avevano messo in vendita e si era stabilita una trattativa con la Provincia di Massa Carrara, da poco uscita dalla guerra. Allora si parlava di restaurare la semidiroccata chiesetta di San Leonardo al Frigido (cosa che venne fatta pochi anni dopo sotto la guida illuminata dell’lng. Luigi Pfanner, della Soprintendenza di Pisa), che stava per divenire Sacrario della Resistenza in quanto vicina al luogo dove fu consumato l’efferato eccidio delle Fosse del Frigido.

Le spese del restauro della chiesa furono sostenute dalle Provincie decorate al Valor Militare, i cui stemmi sono rappresentati nella parte alta della navata (Massa Carrara era stata la prima Provincia Italiana ad essere Decorata con Medaglia d’Oro al Valor Militare). La cifra per la quale il portale era stato messo in vendita era di 3.000.000 (tre milioni) di Lire. Molte per il tempo, ma in fondo neppure troppe.

La Provincia di Massa Carrara aveva trovato il denaro per perfezionare l’acquisto. Aveva anche completato il processo per la formazione degli atti amministrativi necessari per far tornare a Massa lo splendido portale. Mancava però un ultimo fondamentale passaggio: l’autorizzazione della Commissione Provinciale di Controllo, un organo che esercitava il controllo sugli atti e sulle spese della Provincia.

Purtroppo, la maggioranza dei membri che costituivano la Commissione, non erano di Massa, ma di un’altra città. La Commissione votò contro l’acquisto del Portale del Biduino. lo non ho mai verificato la veridicità di questa testimonianza. La riferisco solo per la grande stima che ho sempre avuto della persona che me l’ha riferita. Se qualche storico avesse la voglia di “spulciare” le carte dell'Archivio Storico della Provincia, potrebbe di certo pronunciare una parola definitiva sulla questione.

Quello che invece voglio dire è questo:

Il Metropolitan ha acconsentito (e avrebbe anche potuto non farlo) che fosse realizzato un calco in resina del Portale. A una condizione però: che venisse realizzata una (ed una sola) copia filologica in marmo da ricollocare sulla facciata della chiesetta medioevale. Perché, prima di volgere il nostro sguardo al Metropolitan, in trent’anni, non siamo stati in grado di fare ciò che avremmo dovuto? Oltretutto saremmo giuridicamente inadempienti verso un preciso accordo del quale qualcuno potrebbe chiederci conto. E non si venga a dire che una copia non è l’originale! È un discorso STUPIDO!

Sappiamo bene che una copia non è l’originale, ma molte copie sono al posto dell’originale (che magari è conservato e protetto in un museo), come il michelangiolesco David a Firenze il cui originale, come tutti sanno, è nel Museo dell'Accademia. Una copia non è un falso! È una copia di cui si conosce la storia e il perché sia lì a sostituire l'originale! Perciò, tutto quello che potremmo e dovremmo fare, è smetterla di lagnarci e spingere CHI DEVE a realizzare al più presto questa benedetta copia da ricollocare sulla facciata della chiesetta di San Leonardo senza, come si dice a Massa, “Girare intorno al Piro"!

La recente collocazione (comunque tardiva e discutibile) al’interno di una sala di Palazzo Rosso, non è lo scopo per il quale il calco è stato consentito e non deve costituire una indebita e ingiustificabile DILAZIONE o SOSTITUZIONE rispetto agli impegni a suo tempo assunti. Con i cittadini massesi, prima ancora che col Museo Americano.

Arch. Claudio Palandrani

Presidente di APUAMATER