Torino

casa tascaLiberty a Torino è riconducibile alla stagione artistica della Belle Époque compresa tra la fine dell'Ottocento e le prime due decadi del Novecento. Essa ha interessato il capoluogo piemontese, coinvolgendo varie discipline artistiche tra cui le arti applicate e, prevalentemente, l'architettura: quest'ultima ha risentito, nelle sue maggiori opere, dell'influenza della scuola parigina, di quella belga e di incursioni eclettiche e neogotiche.

Il crescente successo di questa corrente stilistica ha valso al capoluogo piemontese il titolo di capitale italiana del Liberty, tanto da far percepire ancora oggi cospicue testimonianze architettoniche di quest'epoca. Il maggiore protagonista del Liberty torinese fu indubbiamente Pietro Fenoglio, che si dedicò per circa tredici anni alla realizzazione di oltre duecento progetti tra ville, palazzi ed edifici industriali, molti dei quali concentrati nell'area di Corso Francia e vie adiacenti.

L'opera di Fenoglio è caratterizzata dai colori pastello, dalle decorazioni che alternano soggetti floreali a elementi geometrici circolari e dal largo uso di cornici in litocemento, accostato all'eleganza decorativa, talvolta ardita, del ferro e del vetro, facendone materiali privilegiati.

Parallelamente al naturalismo esasperato del Liberty si sviluppò la corrente del Neogotico che fu stile prediletto per la realizzazione di edifici religiosi, avvalendosi del forte richiamo allegorico di ispirazione medievale. Tuttavia il suo eclettismo influenzò anche l'architettura civile e anche a Torino vi sono esempi di tale contaminazione.